ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE - AUGUSTO CAPRIOTTI
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Continua a Ripatransone il viaggio di Localarte 3.0
Scritto da di Chiara Luzi e Marco Martini (3 D L)   
sabato 07 gennaio 2017

 Una discreta parte dell’utenza del Liceo Linguistico dell’IIS “Capriotti” proviene da Ripatransone, un piccolo centro situato su un alto colle a poca distanza dal mare. Il progetto Localarte 3.0 non poteva non raggiungerla e, di fatto, nel pomeriggio del 30 novembre scorso vi si è svolta una visita guidata.

Gli studenti, dopo essersi ritrovati in piazza Donna Bianca De Tharolis con i docenti accompagnatori si sono recati nel locale Ufficio turistico, dove la responsabile li ha guidati in una visita della città. Molti sono stati i siti visitati, come ad esempio, la Piazza del Comune dove si trova il teatro Luigi Mercantini che purtroppo, per via del terremoto non è, per il momento, fruibile.

La tappa successiva è avvenuta nel cortile del Palazzo Vescovile, da dove si possono scorgere le campagne prevalentemente coltivate a vigneti. Numerose sono le cantine locali, gestite sia a conduzione familiare che in forma di cooperativa. Suggestive le piazze, tra queste la principale dove è situato il Duomo. In ultimo, ma non meno importante, il museo archeologico in cui sono depositati ed esposti materiali litici del Paleolitico, Neolitico e dell'Eneolitico, con testimonianze dell'età del Bronzo che attestano il ruolo importante della zona in quel periodo.

Diverse sale sono dedicate alla Civiltà Picena con una ricca tipologia di vasellame fittile, di ornamenti, di armi tra cui elmi, punte di lancia, asce e pugnali. I reperti di epoca romana sono legati all'ager cuprensis, di cui Ripatransone faceva amministrativamente parte, e costituiti da epigrafi latine, frammenti di statue, oggetti della vita quotidiana. Non mancano, inoltre, materiali Altomedievali. Fra i tanti, interessanti oggetti esposti, rivestono un ruolo di primo piano quelli scoperti nelle tombe d’età picena, armi e punte di lancia per gli uomini, fibule in bronzo, talvolta anche con inserti di ambra, o collane in pasta di vetro in quelle femminili. Fra le preziose curiosità è l’anello a nodo, di forma circolare e ornato da sei protuberanze, la cui funzione rimane ignota: in una tomba esposta nel museo esso è collocato all’altezza del ventre della defunta, forse a sottolinearne un legame con la procreazione. Infine, nella sezione romana, accanto a piccole sculture esposte forse nelle ville del territorio, la splendida testa in marmo della Dea Cupra, dai tratti eleganti e eternamente giovani; il volto leggermente piegato in direzione dello spettatore rimanda al culto di un’antica divinità particolarmente venerata nel territorio piceno e alla quale erano state intitolate ben due città (Cupra Maritima e Cupra Montana).

 


 

 
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