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Scritto da 5BL Esabac
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giovedì 21 febbraio 2019 |
Nella mattinata del 29 gennaio, noi alunne del 5^ BL Esabac, con la professoressa Vena, ci siamo recate nel laboratorio e ci siamo immerse nel mondo della sperimentazione scientifica. Fresche di studi circa le tecniche di ingegneria genetica abbiamo accolto con entusiasmo, e ammettiamo, con iniziale diffidenza, la proposta della nostra professoressa di scienze: rendere visibile la nostra vera essenza, il DNA! Superato lo stadio di scetticismo embrionale, ci siamo affidate alla guida esperta della professoressa che si era premurata di portare il materiale necessario per la realizzazione dell’esperimento: sul tavolo del laboratorio hanno fatto la comparsa una soluzione di acqua e sale con un po’ di detersivo, alcol denaturato, strumenti quotidiani quali cotton fioc, cucchiaini e piccole boccette, tutti surrogati perfetti delle più avanzate strumentazioni da laboratorio! Non mancava dunque, che mettersi al lavoro.
Inizialmente, mediante l’ausilio di un cotton fioc e di un sorso d’acqua, agitato in bocca energicamente e poi recuperato in una boccetta, abbiamo assicurato il distacco di cellule epiteliali dalla mucosa orale; in un secondo momento, in seguito a successive reazioni tra le cellule della mucosa orale e il detersivo, è stato possibile rompere la membrana cellullare e nucleare per la fuoriuscita delle componenti cellullari. Giunte ormai a una fase in cui il coinvolgimento di tutte noi era assicurato dalla frenesia dell’attesa e dall’incertezza che la sperimentazione “casalinga” ci stava offrendo, non restava che aspettare l’ultimo step dell’esperimento per vedere isolato il piccolo filamento di acido nucleico. Versato quindi nella soluzione con i componenti cellulari, l’alcool denaturato, che ha permesso di separare il filamento di interesse dalle altre sostanze presenti, con gli occhi fissi sul flaconcino e in trepidante attesa, abbiamo accolto con entusiasmo la comparsa del tanto desiderato filamento! (visibile in fotografia sotto forma di stringhe biancastre). Abbiamo isolato con questa tecnica il DNA di quattro alunne e quello della professoressa. L’esperimento, per quanto semplice e ripetibile a casa, si è rivelato un metodo efficace per l’apprendimento di alcuni concetti studiati e, senza alcun dubbio, ha suscitato l’interesse della classe. Toccare con mano una scienza, anche se con semplici "sensate esperienze", ha riempito tutte noi di orgoglio e soddisfazione. Porgiamo i nostri più calorosi ringraziamenti alla professoressa Vena. |
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