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Scritto da ELISA CISTOLA, III C L
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mercoledì 03 giugno 2020 |
CORONAVIRUS: L’ISOLAMENTO È ARDUO MA È TEMPO DI PRESERVARE LA NOSTRA UMANITÀ! MALATTIE INFETTIVE CHE RITORNANO NELLA STORIA UMANA Nella storia ci sono state moltissime epidemie, alcune con conseguenze più leggere, altre con effetti più gravi nella struttura sociale. Basti pensare alla “peste di Atene” scoppiata nel lontano 430 a.C, la quale rese gli ateniesi molto più spietati e meno attenti alla sensibilità umana. O ancora alla peste del 1300, la più terribile delle epidemie di tutta la storia, che uccise circa un terzo della popolazione mondiale e che portó a una contrapposizione sempre più dura tra ricchi e poveri, tanto che nacquero delle rivolte popolari in paesi come Francia, Inghilterra e Italia. La peste si ripresentò, poi, nel 1600 nell’Italia Settentrionale, narrata dall’abile penna di Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Di seguito, tante altre epidemie, in tempi più recenti, hanno segnato in maniera dolorosa il cammino dell’umanità, fino ad arrivare all’ormai tristemente nota pandemia che ci ha sconvolto la vita: il Coronavirus, causato della diffusione del Covid-19, virus letale che sta allarmando e sta mettendo alle strette tutta la popolazione!
L’IMPORTANZA DI PRESERVARE LA SENSIBILITÀ UMANA Da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus, tutti noi stiamo sperimentando una serie di reazioni diverse, come smarrimento, paura, ansia, depressione perché non siamo in grado di gestire questa nuova situazione. Inoltre questi effetti sono aumentati quando “dall’alto” ci è stato detto di restare in isolamento a casa e di mantenere le distanze dagli altri. Ciò significa che siamo stati, in un certo senso, tagliati fuori dal resto del mondo e questo ha prodotto in tutti noi la paura di restare soli, con conseguenze anche fisiche perchè il nostro corpo è soggetto a stress emotivo. Non dobbiamo però farci sopraffare da questi sentimenti di inadeguatezza ma preservare la nostra sensibilità umana e la tolleranza verso il prossimo. È fondamentale, in certe situazioni, mantenere la calma e il controllo e aiutare gli altri in ogni modo possibile, anche con piccoli gesti; sono i piccoli gesti, infatti, che contano in questo momento. Non bisogna far prevalere l’egoismo e l’avidità per migliorare la nostra posizione rispetto all’altro; è quello che si chiama avvelenamento sociale. Per esempio di questi tempi al telegiornale si è sentito spesso dell’assalto ai supermercati e farmacie per l’acquisto di mascherine o addirittura di alcune persone che facevano passeggiate, giri in bici o cene organizzate con amici come se nulla fosse successo, danneggiando la salute degli altri. Così facendo perdiamo il bene più prezioso che abbiamo, il nostro tessuto sociale e la nostra umanità, diventando vili e “barbarizzandoci” PICCOLI CONTRIBUTI PER UN GRANDE OBIETTIVO In questa situazione di svantaggio, tutti noi siamo tenuti a fare del nostro meglio per il bene di tutti. È qualcosa che ci riguarda da vicino e non possiamo far finta di niente per puro svago e divertimento personale. Anch’io nel mio piccolo sto facendo qualcosa, qualcosa di importante, che può sembrare scontato: sto riscoprendo l’importanza della famiglia. Questa situazione mi permette di recuperare il senso dei rapporti affettivi, con i miei genitori e mia sorella. Inoltre, rimanendo a casa sto scoprendo delle nuove abilità che non credevo di possedere: ora sono molto più disinvolta nell’utilizzo del computer e in generale con le nuove tecnologie; in più, una volta per tutte, mi sono decisa a terminare quel puzzle da 1000 pezzi acquistato cinque anni fa! L’isolamento a casa, perciò, non ha solo aspetti negativi: infatti possiamo continuare a coltivare, anche tramite videochiamate, alcuni rapporti e magari riscoprire la bellezza di quella persona che non proprio apprezzavamo. SE NON RIUSCIREMO A FARE TUTTO CIÒ, ALLORA IL CORONAVIRUS AVRÀ VINTO DAVVERO! |
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