“LA RESPONSABILITÁ DI DIFENDERE I DIRITTI DEGLI ALTRI” Si celebra oggi, 7 Febbraio, la “Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo”: la sua istituzione costituisce un passo molto importante per capire, prevenire e contrastare questo fenomeno sociale ormai tristemente noto tra i giovani. Amnesty International considera il bullismo una violazione dei diritti umani poiché lede la dignità di chi lo subisce ed è contrario a principi fondamentali quali l’inclusione, la partecipazione, la non discriminazione. Si può parlare di bullismo da parte di un gruppo di persone verso un’altra quando si è di fronte a un atteggiamento violento, di sopruso e prevaricazione che si ripete più volte nel tempo. Il cyberbullismo, invece, si è diffuso soprattutto negli ultimi anni: è un insieme di azioni aggressive, di un singolo o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici con lo scopo di perseguitare, nella maggior parte dei casi, coetanei non in grado di difendersi. È una violenza subdola poiché non avviene direttamente, ma si realizza dietro una tastiera o un falso nome, coperta da una sorta di maschera virtuale.
Generalmente le vittime sono deboli e fragili: ma perché sono prese di mira proprio le persone che in realtà andrebbero difese e protette? Probabilmente poiché è lo stesso bullo ad avere grandi debolezze che tende a nascondere dietro una maschera di arroganza e aggressività. Si è stimato che in Italia tra il 2020 e il 2021 è stato vittima di bullismo o cyberbullismo da parte dei suoi pari circa il 22,3% degli studenti italiani che finiscono poi per sentirsi sbagliati o addirittura responsabili della violenza subita. Alcuni arrivano anche a compiere gesti estremi: si calcola che, solo nel 2020, 200 ragazzi si sono tolti la vita. La scuola è l’ambito in cui più spesso si assiste a questo genere di episodi ed è anche per tale motivo che costituisce il luogo più adatto per la sensibilizzazione. Si dovrebbe parlare in maggior misura del fenomeno tramite incontri di formazione, laboratori, attività utili per analizzare i concetti di stereotipo, pregiudizio, discriminazione, violenza e per proporre strategie di prevenzione e contrasto al bullismo. Gli studenti, fin da piccoli, dovrebbero partecipare ad attività che promuovono l'apprendimento socio-emotivo: è necessario trovare modi per aiutare i bambini a capire e apprezzare la loro identità e quella degli altri, a valorizzare le differenze individuali invece di considerarle occasione di scontro, a difendere i più deboli. Questo atteggiamento richiede empatia, gentilezza, rispetto, sensibilità: valori importantissimi che è necessario acquisire. “Tutti i ragazzi e le ragazze dovrebbero crescere – sostiene Amnesty International – con la consapevolezza che hanno dei diritti e che ognuno è unico e merita di essere trattato con rispetto e dignità. Conoscere i propri diritti e condividere le proprie esperienze, ci aiuta a comprendere la responsabilità che abbiamo nel difendere i diritti degli altri. Imparare a riconoscersi e a considerarsi l’un l’altro come pari crea relazioni sane, e laddove c’è rispetto e impegno, il bullismo trova poco spazio”. |