ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE - AUGUSTO CAPRIOTTI
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Giornata Mondiale della Terra
Scritto da Megy Dafa, Micol Messina, Emir Uka – Redazione Blog   
mercoledì 11 maggio 2022
L’ACQUA È VITA

 Per l’uomo, gli animali, le piante, l’ambiente, il clima e, in definitiva, per l’intero ecosistema: è chiaro a tutti quanto l’acqua sia indispensabile perché è vita. Essa costituisce, però, una risorsa limitata. Per il futuro si prevede, infatti, che una persona su quattro non avrà accesso all’acqua potabile. Vivere senza acqua è impensabile; eppure, già oggi, milioni di persone non hanno accesso a questo bene. Tale situazione è causa, nei paesi poveri, di un’alta mortalità per via di siccità e malattie dovute all’approvvigionamento di acqua non potabile.

Nonostante nel mondo si parli di scelte rispettose per l'ambiente, emerge solo ora la necessità di ridurre lo spreco dell’acqua per intervenire in modo attivo sul problema della scarsità di risorse idriche; essa inizia a coinvolgere un numero sempre più alto di aree con le modalità di una lenta “pandemia”.

A compromettere la quantità e la qualità dell’acqua sono non solo le infrastrutture, la cattiva gestione economica, le diseguaglianze sociali ma anche i cambiamenti climatici: le elevate emissioni di gas hanno alterato la temperatura e il pH dell’acqua in oceani, laghi e fiumi. La fauna e la flora marina subiscono forti sconvolgimenti e le barriere coralline in tutte le aeree muoiono. L’intero ecosistema della Terra è in pericolo. Le inondazioni e le trombe d’aria si muovono in zone che non erano mai state toccate da questi fenomeni e, a causa dell’aumento delle temperature, si verificano periodi di siccità in zone una volta temperate tra cui anche il Mediterraneo e l’Italia.

Altrettanto nocivo è l’inquinamento delle acque. Le sconvolgenti isole di plastica nel mare testimoniano il prezzo che stiamo pagando per la diffusione di questo materiale: non solo l’inquinamento dell’ambiente marino ma anche gli effetti nocivi delle microplastiche che, tramite le catene alimentari, arrivano fino all’uomo. Sono danni che possiamo controllare riducendo sia il consumo di plastica sia le emissioni di gas collegate alla produzione e al trasporto di essa. Tali sconvolgimenti nell'ecosistema terrestre, legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, nel tempo, stanno portando alla riduzione delle riserve idriche.

L'acqua viene definita, anche per tale esiguità, oro blu: come un qualunque bene di lusso, essa inizia ad assumere, nonostante sia necessaria per la nostra stessa sopravvivenza, un valore commerciale altissimo. Tutto questo perché l’uomo, quasi in maniera autolesionistica, si rifiuta di riconoscere l’esistenza di problemi legati all'acqua e all'ambiente, negando, in maniera inaccettabile, l'evidenza. L’uso del termine “autolesionismo” potrebbe sembrare un’esagerazione ma è questo l’atteggiamento che, letteralmente, l'umanità ha nei propri confronti.

Abbiamo solo parole dure per descrivere l'attuale situazione di crisi. Questa per la nostra società è una fine alla quale assistiamo inermi a causa dell'incapacità della classe politica e di ognuno di noi di agire. Incapacità (o forse egoismo) di pensare al futuro, lasciando ai nostri eredi la risoluzione dei problemi che noi abbiamo causato. Una storia già sentita questa: è proprio ciò che anche oggi stiamo vivendo per la mancanza di responsabilità o forse per l'ingenuità delle generazioni che ci hanno preceduto.

C’è un aspetto, inoltre, ancor più preoccupante: in un mondo in cui le risorse idriche scarseggiano, l’acqua si può facilmente rendere un'arma come sta accadendo in Ucraina, dove gli argini dei corsi d’acqua vendono distrutti per rendere difficoltoso il movimento delle truppe russe, o politicizzare. É il caso dell'Eufrate: a causa della costruzione della diga di Atatürk, i governi di Iraq e Siria hanno accusato la Turchia di ridurre artificialmente l'acqua per imporre il suo potere nella regione mesopotamica. Situazione simili sono presenti sul Mekong, con le nazioni indocinesi che accusano la Cina di agire negativamente sul fiume tramite dighe, e sul Nilo Azzurro con la Grand Ethiopian Renaissance Dam la cui costruzione ha rischiato di far scoppiare una contesa tra Egitto, Sudan ed Etiopia.

La guerra per l’oro blu è appena cominciata!

 
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