“NÉ SANTI NÉ EROI” Coloro che hanno difeso strenuamente la dignità e i diritti umani contro le persecuzioni, i genocidi e i totalitarismi possono essere chiamati “Giusti dell’umanità”: non sono eroi, ma uomini e donne che durante le persecuzioni nazifasciste, coscienti del pericolo e senza ricevere nulla in cambio, hanno aiutato anche un solo ebreo a salvarsi perché convinti fosse la cosa giusta da fare. Hanno, dunque, meritato di essere ricordati con un albero nel luogo più significativo della memoria della Shoah, in Israele, nel “Giardino dei Giusti” presso il Mausoleo di Yad Vashem a Gerusalemme. La “Giornata dei Giusti” è stata approvata dal Parlamento europeo nel 2012 e istituita in Italia nel dicembre 2017: è stata scelta la data del 6 marzo, giorno della morte di Moshe Bejski, per serbare il ricordo dell’uomo che impegnò la propria vita per cercare e commemorare i "Giusti" di ogni parte del mondo, affinché di essi non fosse persa la memoria, dopo essere scampato alla persecuzione nazista grazie all’intervento di Oskar Schindler. “Non volevo che un solo Giusto fosse dimenticato da noi ebrei” ripeteva Bejski.
Il superstite israeliano non era interessato alla purezza e alla perfezione degli esseri umani, non cercava gli eroi e i superuomini, ma voleva ricordare chi aveva tentato, di fronte a un male estremo autorizzato dalla legge, di salvare anche una sola vita, chi era stato capace di comportarsi semplicemente da uomo. Dal 1963 ad oggi sono stati riconosciuti oltre 20.000 “Giusti tra le Nazioni” di cui 734 italiani: tra questi Gino Bartali, campione di ciclismo italiano che ha vinto ben 3 giri d’Italia e 2 Tour de France. Fra il 1943 e il giugno del 1944, Bartali avrebbe contribuito al salvataggio di ben 800 persone utilizzando proprio la sua bicicletta. Per allenarsi, infatti, egli era solito correre grandi distanze e, sfruttando questa copertura, trasportava documenti falsi nascosti nel manubrio e nella sella per poi consegnarli alle famiglie perseguitate tra Assisi e Firenze Molte sono le storie come quella di Gino Bartali: vicende e personaggi che riguardano il passato, ma che è doveroso continuare a ricordare. La memoria del coraggio civile, il valore della responsabilità di chi ha scelto il bene, la gratitudine per chi ha ascoltato la propria coscienza ci aiutano a immaginare un futuro costruito sul dialogo, dove sia possibile la riconciliazione, dove solidarietà, tolleranza e libertà siano valori fondamentali. Scriveva William Clark Styron, autore del noto romanzo sul tema della Shoah, “La scelta di Sophie”: "Ditemi, dov'era Dio, ad Auschwitz?". La risposta: "E l'uomo, dov'era?". Circondati da indifferenza, connivenza e collaborazione coi i regimi dominanti, i Giusti ci dimostrano, attraverso il loro esempio, che girare la testa dall’altra parte davanti alle ingiustizie è sempre una questione di scelta. Il martirio di un popolo intero, la dimostrazione più acclarata dell’atrocità umana, non può, ancora oggi, renderci ciechi: chiudere gli occhi dinanzi a navi di migranti che sprofondano in mare, profughi fuggiti dalla guerra in cerca di asilo e corpi che annegano nel mediterraneo è, anch’essa, una questione di scelta. Dopo più di settanta anni rischiamo di porci nuovamente questa domanda: “Oggi l’uomo dov’è”? L’uomo è indifferente. Cos’hanno di diverso le navi di migranti? Cosa vuol dire confrontare la tragedia dei migranti con quella degli ebrei? Si designano i migranti come esseri diversi, indegni anche della nostra pietà. Si lascia fare agli altri. Decidere agli altri. Ma ricordiamo che anche la civilissima Europa fece morire altri essere umani, perché ebrei, nell’indifferenza. Certo, i colpevoli non siamo noi che leggiamo queste righe. Sono sempre gli altri, come altri erano gli ebrei. Fortunatamente, però, nel corso della storia e in ogni contesto appaiono sempre figure nuove, capaci con la loro coscienza e la loro capacità di giudizio di prevenire stragi: oggi il compito di Giusti del nostro tempo spetta a noi, capaci di amare e porgere la mano al prossimo, senza restare indifferenti dinanzi alle urla tacite di chi viene privato del proprio decoro. I Giusti dobbiamo essere noi, “né santi né eroi, ma uomini che rispondono all’ingiustizia assumendosi una responsabilità”. |