“NI UNA MENOS” Oggi, 8 Marzo, si celebra la Giornata Internazionale della donna: si tratta di una data molto importante da ricordare per riuscire a comprendere le dure battaglie, passate e presenti, che le donne hanno affrontato, e continuano ad affrontare, per il raggiungimento delle proprie libertà e dei propri diritti. Questa data risale all’incendio del 1908 dell’industria tessile Cotton di New York quando morirono moltissime operaie che stavano protestando per le tremende condizioni in cui erano costrette a lavorare. Il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti è stata celebrata la prima Giornata dedicata alla donna e, successivamente, le Nazioni Unite hanno deciso di utilizzare l’8 Marzo come simbolo di uguaglianza di genere.
Oggi sono ancora milioni le donne che subiscono ogni giorno abusi e discriminazioni per il proprio sesso o che vengono giudicate “non in grado” di svolgere un lavoro o ricoprire incarichi. L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 mira proprio a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di ogni forma di violenza nei confronti delle ragazze e delle donne, l’uguaglianza dei diritti, la piena e effettiva partecipazione femminile in ogni ambito. Ma è normale, ancora oggi, sentir parlare del “raggiungimento della parità di genere”? A livello mondiale, in media, le donne hanno il 75% dei diritti in meno rispetto a quelli di cui godono gli uomini. Ognuno deve essere, invece, consapevole che sulla terra siamo tutti uguali senza alcuna disparità e che la donna, così come l’uomo, ha diritti che vanno rispettati. Moltissimi ignorano l’attuale condizione delle donne nel mondo, pensando che ormai la lotta per la conquista dei diritti sia una questione riconducibile solo al passato mentre, in realtà, le donne, in tanti Paesi, subiscono continue violazioni dei diritti umani fondamentali: matrimoni forzati o riparatori, mutilazioni genitali, mortalità materna, abusi sessuali, femminicidi, ingiustizie socio-economiche. Dei 781 milioni di adulti analfabeti nel mondo, due terzi sono donne. 63 milioni di loro non hanno mai avuto accesso ad alcun tipo di istruzione. Eppure molte sono passate alla storia: basti pensare a Marie Curie che vinse due premi Nobel, in fisica e chimica, per la scoperta del polonio e del radio, a Rita Levi Montalcini con il suo premio Nobel per la scoperta di un fattore di accrescimento della fibra nervosa che, attraverso la sua fondazione, ha aiutato moltissime donne portando avanti l’emancipazione femminile e il diritto all’aborto, a Maria Montessori, prima donna medico in Italia, che ha dedicato la sua vita ai bisogni e alle necessità dei bambini, madre della teoria montessoriana. Icona moderna della battaglia femminista è, sicuramente, Malala Yousafzai, attivista e blogger, che ha lottato per i diritti delle donne pakistane. Malala è la più giovane ragazza ad aver vinto un Nobel per la pace: ha utilizzato i soldi del premio per realizzare una scuola femminile in Pakistan e continua a battersi per la difesa delle donne puntando l’attenzione internazionale sugli avvenimenti in Afghanistan dove il regime talebano le ha letteralmente cancellate. Tutti noi, uomini e donne, nella nostra quotidianità e con piccoli gesti, dovremmo distinguerci e lottare per il raggiungimento della parità dei diritti e dell’uguaglianza, per permettere a tutte le donne di essere libere e di ricevere un’istruzione, per compiere scelte indipendenti e per vivere appieno le loro vite senza limitazioni. |