INSIEME SIAMO PIÙ FORTI! La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, istituita il 15 marzo 2012, è stata promossa per la prima volta dall'associazione "Mi Nutro di Vita" ed è stata ideata da Stefano Tavilla, in memoria di sua figlia Giulia, morta a causa di un disordine alimentare. Questa giornata ha lo scopo di prevenire tragicità mediante la diffusione del maggior numero di informazioni relative ai disturbi del comportamento alimentare e alle gravi conseguenze per la salute fisica e psicologica dei pazienti. Si propone, inoltre, di porre maggior attenzione su un fenomeno che sta crescendo sempre di più, specialmente tra i ragazzi, di difendere i diritti fondamentali delle persone colpite da DCA, di costruire reti di solidarietà per combattere il disagio relazionale e i sentimenti di abbandono dei malati, di rompere il silenzio che troppo spesso accompagna queste patologie.
I principali disturbi alimentari sono il disturbo restrittivo dell’assunzione di cibo, l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da binge eating: essi costituiscono il sintomo tangibile di un malessere psicologico, di un dolore invisibile e di un disagio profondo. Sono stati, spesso, in passato, ritenuti una “deviazione” o un piccolo comportamento sbagliato, correggibile in poco tempo: questa erronea valutazione è la conseguenza, anche, di una scarsa conoscenza del problema negli scorsi decenni. Solo da pochi anni, infatti, i disordini alimentari vengono trattati e curati in seguito a una giusta diagnosi. I disordini alimentari nascono da una errata concezione della propria figura che porta a una visione sbagliata del proprio fisico che ha origine nella mente, provocando una fortissima sofferenza psichica: sono malattie dell’amore, manifestazione di una difficoltà che coinvolge la sfera affettiva e relazionale e di una sofferenza che si concretizza coinvolgendo anche il corpo con complicazioni fisiche talvolta gravissime. Sono moltissimi, infatti, i ragazzi che preferiscono privarsi dell’unica sostanza capace di dare energie: il cibo, che viene visto come una colpa, un nemico al quale vengono associati pensieri negativi e comportamenti errati. Così facendo, però, essi vanno incontro a drammatiche conseguenze: diminuzione drastica di energie, bassa autostima, ansia, sintomi ossessivi, frequenti pensieri di autocritica, irritabilità, sbalzi d'umore, depressione, morte. I numeri sono altissimi: ogni anno, solo in Italia 8500 persone soffrono di DCA, circa 10 adolescenti su 100, specialmente di genere femminile. La fascia più colpita è quella tra i 15 e i 25 anni, ma tali disturbi non risparmiano le restanti fasce d’età. Per informare, coinvolgere, mobilitare la collettività, dare speranza, sostegno e aiuto concreto ai malati sono nati moltissimi centri di aiuto come: il Coordinamento Nazionale Disturbi Alimentari o l’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso che mettono a disposizione moltissimi medici specializzati in questo campo. È necessario, infatti, rivolgersi a professionisti perché quella che si intraprende è una dura battaglia contro un mostro molto potente che si concretizza in una voce che mette in dubbio ogni scelta, che priva il proprio corpo di energie e la mente di equilibrio. È un virus dell’anima che deve essere annientato, lentamente ma con forza: chiedere aiuto è il primo passo ed è l’atto d’amore più importante che ognuno può rivolgere a se stesso, nella consapevolezza di non essere solo e ricordando sempre che insieme siamo più forti. |