“LA LOCANDIERA”: GLI ALUNNI DEL CAPRIOTTI AL CONCORDIA PER LA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE Una mattinata alternativa ed estremamente interessante per gli studenti dell’IIS “A. Capriotti”: le classi 2^ C Amministrazione, Finanza e Marketing e 4^ B Sistemi Informativi Aziendali dell’Istituto Tecnico del settore Economico e le classi 2^ D, 3^ D, 4^ A, 4^ B, 4^ D, 5^ D del Liceo Linguistico, coordinati dai docenti del Dipartimento di Lettere, guidato dalla prof.ssa Raffaella Rosetti, hanno avuto il piacere di assistere alla rappresentazione della commedia “La Locandiera” di Carlo Goldoni presso il Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto.
L’opera, composta nel 1751, è stata messa in scena da “I Guitti”, una delle più antiche compagnie teatrali guidata dalla famiglia di comici Micheletti-Zampieri, impegnata nella produzione e distribuzione di spettacoli, destinati al pubblico scolastico, che coniugano con successo scrupolo filologico e libertà creativa. “La Locandiera”, una delle più grandi e brillanti commedie della tradizione nazionale, ambientata a Firenze, si incentra sulla figura dell’astuta locandiera Mirandolina, portatrice dell’etica borghese, che pur non concedendosi mai, riesce, grazie alla sua bellezza e ai suoi modi garbati, a far prosperare la locanda e a ricevere costantemente doni e lusinghe dagli ospiti, tra i quali il Marchese di Forlipopoli, aristocratico decaduto, e il Conte di Albafiorita, mercante arricchito, i quali si contendono la giovane ragazza, mettendo in risalto titoli e ricchezze, il Cavaliere di Ripafratta, aristocratico altezzoso che rifiuta le donne ma che non saprà resistere alle tecniche di seduzione di Mirandolina, e il cameriere Fabrizio che, innamorato anch’egli di Mirandolina, riuscirà a sposarla. La commedia, molto apprezzata da noi alunni, ci ha permesso di vedere concretamente quanto studiato in classe: la varietà e la complessità dei sentimenti individuali e degli stessi personaggi emergono con forza, in linea con i dettami della riforma goldoniana e in contrapposizione alla Commedia dell’Arte, che, comunque, trova spazio nella rappresentazione de “I Guitti” tramite l’introduzione di un personaggio inedito: il servo del Cavaliere di Ripafratta, erede di Arlecchino. Proprio questa maschera divertente, allegra, ingenua, con le sue battute in dialetto veneziano ha tenuto viva, in particolare, l’attenzione del giovane pubblico: tutto ciò dimostra che, grazie anche alla professionalità e alla bravura degli attori, è possibile rendere attuale e gradita un’opera del XVIII secolo. Esperienze come questa, inoltre, permettono di comprendere che le riforme, i cambiamenti e gli eventi del passato si ripercuotono e caratterizzano il presente che viviamo. La partecipazione a uno spettacolo teatrale, infatti, è un’esperienza molto significativa, soprattutto se si prendono in considerazione non solo gli aspetti educativi e didattici, ma anche il carattere inclusivo e sempre in divenire di questa arte antichissima che ha affascinato noi giovani spettatori, animati dalla curiosità e dal piacere di partecipare a un’iniziativa formativa e motivante. |