ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE - AUGUSTO CAPRIOTTI
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Il vagabondare del DNA nel passato e nel futuro
Scritto da prof.ssa Silvana Vena   
mercoledì 20 dicembre 2017

 Poco più di un mese fa, dopo lo studio di alcuni interessanti argomenti, avevo invitato gli alunni della 3AL e della 3BL ad aderire ad un progetto di lavoro che li avrebbe visti coinvolti direttamente, senza il mio aiuto pratico e adesso devo ringraziarli per aver risposto positivamente alla proposta: la realizzazione di un modellino del DNA, la molecola più importante che plasma il nostro corpo, quella che forma i nostri 46 cromosomi e che è responsabile dei caratteri ereditari che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori e che abbiamo trasmesso ai nostri figli.

 In effetti, se ci pensiamo un po’, noi siamo molecole vaganti che, all’alba dei tempi dell’Homo sapiens, circa duecentomila anni fa, hanno piano piano, cominciato a viaggiare dall’Africa per tutta la Terra intraprendendo una straordinaria e affascinante avventura. Il DNA del sapiens, nel suo lungo viaggio, ha incontrato altri DNA simili a lui, ma più arcaici, tra cui quello dell’uomo di Neanderthal, di cui noi portiamo traccia nel nostro. Non dimentichiamo però l’origine ancora più ancestrale di quella che fu la prima molecola del DNA che si organizzò per dare vita al capostipite di tutti gli organismi viventi circa 3,5 miliardi di anni fa: un batterio. Da allora ne è passata acqua sotto i ponti! Dalle meduse ai primi crostacei, dai pesci agli anfibi, dai rettili agli uccelli, ai mammiferi, a noi, l’evoluzione lenta, ma inesorabile, ha segnato i tempi e ha prodotto la grande biodiversità che c’è sulla Terra. E l’evoluzione è il prodotto delle numerose mutazioni del DNA, cambiamenti nella sua costituzione chimica che sono stati il terreno fertile per la selezione naturale delle specie.

Adesso è l’uomo che si sta sostituendo alla natura, cercando di selezionare le specie, facendone estinguere alcune per l’alterazione degli habitat naturali e modificandone altre con l’ingegneria genetica, la manipolazione del DNA, giunta quasi ai livelli di dottor Jekyll e mister Hyde. Le biotecnologie consentono di inserire geni di un organismo in un altro completamente diverso per ricavarne vantaggi. Indubbiamente è così. Molti farmaci usati oggi vengono prodotti da batteri nei quali è stato inserito un gene umano di interesse che viene tradotto dal microrganismo nel prodotto desiderato. Ben venga anche la terapia genica nell’uomo che consente di guarire da alcune (ancora poche) malattie genetiche sostituendo nelle cellule il gene difettoso con uno buono. Per gli alimenti OGM, prodotti per migliorare le specie vegetali e renderli più resistenti all’attacco di batteri, virus, insetti parassiti o altro, persistono delle perplessità, soprattutto in Europa, ma pare che non ci siano prove di effetti nocivi. Le vie della ricerca scientifica sono infinite, le biotecnologie galoppano a briglie sciolte. Si auspica solo di non arrivare ad applicazioni eticamente scorrette, come la clonazione umana o l’editing del DNA per quanto riguarda i geni non patologici delle cellule sessuali, oppure ad una eugenetica del futuro.

I nostri studenti, comunque, si sono sbizzarriti nelle loro creazioni e hanno prodotto sei modellini del DNA veramente graziosi, alcuni più semplici altri più elaborati, fino ad arrivare alla versione natalizia con le luci. Gli alunni, se adeguatamente sollecitati, sanno sorprenderci positivamente. Un plauso a loro con un grazie da parte mia.

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