Riflessione a margine de "I Promessi Sposi" Nel corso di questo anno scolastico, noi alunni della classe II B L stiamo affrontando lo studio de "I Promessi Sposi", opera che ci sta coinvolgendo con stupefacente interesse. Un personaggio tra quelli finora incontrati che mi ha colpito paticolarmente per la sua mancata libertà e per l'ingiustizia dell'epoca è Gertrude, più comunemente nota come la monaca di Monza. La monaca di Monza è un personaggio particolare, un'altra figura religiosa presente nel romanzo che non si avvicina alla fede per vocazione. Era la seconda figlia di una famiglia benestante e il padre, per non dover dividere l'eredità, l'aveva costretta a farsi suora. Fin da piccola le venivano regalate bambole con la veste e il velo per condizionarla psicologicamente. E così, in giovane età, si ritrovò rinchiusa fra le mura di un Convento a Monza.
Era una giovane donna molto bella, eppure la sua bellezza veniva oscurata dalla rabbia e dalla tristezza nel suo sguardo; una ciocca ribelle sembrava intenzionalmente essere lasciata fuoriuscire dalla cuffia bianca sotto al velo. Quel piccolo dettaglio sembrava mostrare una sorta di ribellione per quell'abito indesiderato che indossava stretto in vita, quasi non fosse stata una veste sacra ma un vestito comune. Non aveva potuto scegliere nella sua vita, non le era stato concesso di avere aspirazioni o passioni e questo, negli anni, l'aveva portata a maturare l'odio. Quel sentimento le si era ben radicato nel cuore, le si rifletteva nello sguardo che, a volte, era solo velato di malinconia. Le era stato persino negato l'amore, una delle cose che rendono la vita umana tanto bella: eppure questo sentimento era riuscito a raggiungerla. Infatti si innamorò di un ragazzo che si era trovato nella zona a causa del lavoro. I due cominciarono ad incontrarsi di nascosto fra quelle mura dette sacre ma, un giorno, una delle suore li scoprì e voleva denunciare il fatto. Non si sa bene quello che le sia accaduto realmente, dato che nel romanzo non viene specificato, ma si ipotizza che la monaca sia stata murata viva dai due per non farle rivelare la loro relazione. Ma Gertrude può davvero essere considerata una persona da disprezzare per i suoi comportamenti? Bisognerebbe provare a pensare ad una vita priva di gioie a causa della mentalità dell'epoca, in questo modo sarebbe più facile capirla: il dolore di non poter sognare, indossare ciò che si vuole e il non poter scegliere porterebbe chiunque all'odio. Sarebbe potuta diventare la più dolce fra le donne ma la vita l'aveva condannata all'astio. Penso che, invece di provare rancore verso di lei, sia più naturale nutrire pietà nei suoi confronti dopo aver appreso della sua vita mesta. Questo personaggio è quello che mi ha colpito di più sul piano psicologico, data la sua complessa personalità. Mi ha fatto riflettere su ciò che ora viene dato per scontato, sulla libertà e i diritti di ogni individuo. Il suo personaggio tormentato mi ha fatto comprendere la fortuna che ho nel poter decidere la mia strada nella vita, scegliendo il futuro che posso e voglio percorrere! |