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Il 7 Marzo 1985 l'uscita di "We are the world"
Scritto da Simona Falleroni, Arianna Sestili, Giada Tiburtini – Redazione Blog   
martedì 08 marzo 2022

QUANDO LA MUSICA DIVENTA SOLIDARIETÁ

 

 

Il 7 marzo 1985 l’uscita di “We Are The World” costituisce la prima grande mobilitazione di artisti a favore di una causa importante: raccogliere fondi per l’Etiopia afflitta da una tremenda carestia. Grandi esponenti della musica pop, come Lionel Richie, Michael Jackson, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Tina Turner, Stevie Wonder, prendono parte a “United Support Artists”: con 20 milioni di copie “We Are the World” è il singolo più venduto della storia con un incasso di 100 milioni di dollari.

A distanza di vent’anni sono i più importanti cantanti italiani a creare “Artisti Uniti per l’Abruzzo” con lo scopo di sostenere la popolazione e di contribuire alla ricostruzione dei luoghi distrutti dal terremoto del 6 Aprile 2009. “Domani 21.04.2009”, straordinario progetto musicale e solidale, ha raccolto più di 1 milione di euro.

A causa della recente pandemia, purtroppo, l'ambito musicale è stato penalizzato: l’annullamento dei concerti, nonostante ciò, non ha fermato la musica che, ancora una volta, ha rivelato il suo aspetto solidale. Durante il lockdown, infatti, le emozioni trasmesse dagli artisti durante i concerti live hanno trovato spazio nei Social Media: Fedez, Emis Killa e Jovanotti che, con il suo Jova-House Party ha invitato ospiti e amici a esibirsi insieme sui rispettivi profili social, hanno intrattenuto tutti in un periodo difficile.

La musica ha permesso così di sentirsi vicini anche se da lontano: i brevi flash mob, organizzati dalle famiglie per animare un lungo periodo buio e preoccupante, hanno reso questa arte davvero indispensabile.

Un piccolo ma significativo segnale di speranza, inoltre, arriva dal confine tra Polonia e Germania dove, per promuovere la pace e dare un po’ di serenità a chi fugge dalla guerra, Davide Martello, pianista tedesco di origini siciliane, suona per tutti i profughi in fuga dall’Ucraina verso i Paesi dell’Unione europea affinchè la musica sostituisca il rumore delle bombe russe. Una missione, la sua, che ha portato il pianista, già in passato, a esibirsi per esprimere la solidarietà a Istanbul nel 2013 prima dello sgombero di Gezi Park voluto da Erdogan, a Kiev nel 2014 durante la rivoluzione di Maidan, a Parigi nel 2015 dopo gli attentati terroristici di matrice islamica, quando fa risuonare le note di “Imagine” di John Lennon in uno dei luoghi simbolo della strage: il teatro Bataclan.

La musica è una forma di espressione artistica appartenente a tutte le culture del nostro pianeta, è l’arte di “ideare e produrre”, è linguaggio universale e comunicazione in grado di unire popolazioni diverse. Non solo intrattenimento ed evasione, dunque, ma anche espressione dell’animo, potente mezzo per condividere emozioni e sensazioni, sostegno di cause importanti.

“La musica, infatti, è come la vita; si può fare in un solo modo, insieme”: dalle bellissime parole del musicista Ezio Bosso l’augurio che il mondo della musica possa tornare a suscitare le incantevoli emozioni che ha sempre trasmesso e possa continuare a veicolare messaggi di pace, unità, speranza e solidarietà.

 

 
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